Baluardi lungo la via
Alessandro, il Difensore degli Uomini, fece in modo che, tra i vari insediamenti presenti lungo la Strada del Re, fossero posizionati degli avamposti militari provvisti di un piccolo fortino. Questi contenevano soltanto una dozzina di miliziani, ma nonostante tutto furono fin da principio un efficace deterrente per i disordini lungo la strada.
Rendendosi conto che nessun Regno avrebbe potuto provvedere da solo al mantenimento di queste difese, si ingegnò su come coinvolgere gli avidi nobili delle Terre Spezzate nella giusta causa in favore del popolo.
Ancora una volta lo spunto venne fornito dalla sapiente burocrazia alessandrina: il Re proclamò infatti con largo anticipo le sfarzose nozze di sua figlia Ariadne con il giovane Febo Pelagi, invitando tutta la nobiltà proveniente dalle diverse zone del reame. Ma il sovrano fu anche molto specifico riguardo ai doni che la Sposa Reale e il suo consorte avrebbero dovuto ricevere. Poiché ella era Principessa di tutte le Terre Spezzate, desiderava un dono di pari entità da ogni Principato; non voleva inoltre ricevere qualcosa che aumentasse la sua personale ricchezza, ma qualcosa di memorabile che la rendesse amata dal popolo. Per quanto i Principi si fossero ingegnati nel soddisfare le richieste Reali, lo sforzo diplomatico di concertare un dono di pari entità che non accrescesse la ricchezza ma la fama fu vano. Fu dunque qualche decade prima delle nozze che messi di Alessandro giunsero a suggerire quale sarebbe stato il dono. I potenti signori delle Terre Spezzate avrebbero dedicato alla Principessa Ariadne l’impegno di proteggere i suoi sudditi, specie i meno agiati, dai pericoli del viaggio e delle zone selvagge. Fu così che il sovrano fece sottoscrivere alle altre casate nobiliari un trattato secondo cui le famiglie si sarebbero impegnate a mantenere con mezzi e uomini la difesa della propria zona di passaggio. Ognuno sottoscrisse quel patto, forse non per vera adesione all’ideale da cui era stato concepito, ma perché porsi in rifiuto di fronte al Re e agli altri potenti avrebbe significato infamia e vergogna per la casata, anche a distanza di anni. Ancora oggi quel foglio di pergamena continua a portare il nome che con sottile sarcasmo vi fu apposto, il Patto degli Umili.
Il patto subì, nel corso dei secoli, numerose variazioni, ed accadde che in tempo di guerra venisse bellamente ignorato. Ma da quando i Gastaldi siedono sul Trono del Sole, ogni anno i Principi si ritrovano nelle sale di Dimora per onorarlo con il proprio sigillo, rinnovando per un breve istante tutta l’umiltà di un tempo ormai perduto.
Commenti e Dicerie
(inserisci liberamente aggiornamenti, commenti, approfondimenti, millanterie. Ricorda le
Regole per contribuire e inserisci sempre il nome del tuo PG come 'autore' della diceria, inserendolo tra <ref>e</ref> . Otterrai un risultato simile a questo: "Si dice che in quell'occasione Alarico D'Urso mangiò dei bambini
[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano